RICORDI DI UN TRIENNIO DI LICEO A MONTURBANO (1955-1958)
Francesco Bondavalli_______________________________


Ricorderò in queste pagine alcuni episodi "memorabili" vissuti durante il nostro
percorso liceale, episodi che affiorano ancora vividi nonostante il passare degli anni.
Vi sono coinvolti Padri e Docenti che spero sorrideranno dall'alto o quanto meno mi
perdoneranno…

Inizio della prima liceo e arrivo di Padre Lazzaroni

Si era sparso il panico tra i futuri liceali perché il P. Meietta, mitico insegnante di
Lettere, era stato trasferito ed al suo posto era stato annunciato l'arrivo di un "certo"
P. Lazzaroni proveniente da Genova. Alcuni studenti, alla conclusione del ginnasio,
avevano lasciato gli Scolopi per passare al liceo Chiabrera convinti di una sicura
dequalificazione del corpo docente.
Il primo giorno di scuola il P. Cazzulo, un'altra istituzione del Collegio, dalla cattedra
prese la parola e, con tono accalorato, ci apostrofò press'a poco così:
" Cosa credete, il vostro nuovo professore di Italiano, P. Lazzaroni, vale come e forse
di più di P. Meietta. Si è addirittura abilitato all'insegnamento di Lettere per
i licei statali, a differenza di P. Meietta. Vedrete che insegnante avrete,
altro che declassamento degli studi."
Padre Cazzulo restò sempre uno strenuo estimatore del P. Lazzaroni, e non a torto,
come conferma infatti questo episodio. Era in visita all'Istituto un ispettore ministeriale
che doveva verificare il livello dell'insegnamento impartito nel liceo degli Scolopi
ai fini della parificazione con i licei statali e che pertanto assisteva alle lezioni
di varie materie. Una mattina, mentre P. Lazzaroni aveva cominciato ad illustrare l'opera
del Manzoni, vedemmo entrare uno sconosciuto, l'ispettore, che dopo aver salutato
il docente e noi studenti si mise da parte come uditore. Padre Lazzaroni,
solo leggermente emozionato, riprese la sua lezione lasciandoci sbalorditi per l'eccezionale
magistralità dell'esposizione. Una vera lezione di livello universitario! Qualche giorno
dopo venimmo a sapere che l'ispettore si era complimentato con i Padri per
l'elevata qualità degli insegnamenti con particolare apprezzamento nei riguardi
di P. Lazzaroni.
Adesso tutti noi sappiamo bene chi sia stato Padre Lazzaroni e l'affetto che nutriva
verso gli ex-alunni.

Il Prof. Groppo e l'impatto con la Filosofia

Il primo contatto di noi studenti col prof. Groppo fu un misto di diffidenza ed
apprensione. Era infatti una persona poco propensa al contatto umano con i giovani
ma nel contempo noi ne percepivamo la profonda preparazione e ne eravamo intimoriti.
Tuttavia dopo qualche tempo ci abituammo a lui ed alle sue dotte spiegazioni di Filosofia.
A questo proposito resta vivo il ricordo del "totoevidentemente".
Come molti docenti di Filosofia, anche il prof. Groppo nelle sue spiegazioni utilizzava
con frequenza gli intercalari "vero" ed "evidentemente" che in un'ora risultavano non
controllabili per il primo e si aggiravano sui quaranta/cinquanta per il secondo.
Prima dell'inizio di alcune lezioni facevamo le puntate (10 lire) per indovinare quanti
"evidentemente" sarebbero stati detti durante l'ora di spiegazione. Chi si avvicinava
di più al totale intascava la posta. Una mattina successe che la lezione finisse
pochi attimi prima del suono della campanella e chi riteneva di avere azzeccato
il numero degli "evidentemente" si precipitò dal cassiere per riscuotere.
Ma il prof. Groppo, stupito dall'improvviso trambusto, sparò a questo punto una ulteriore
manciata di "evidentemente" proprio al suonare della campanella. Si creò un parapiglia
sul contare o meno anche gli ultimi "evidentemente" con alti strepiti e risate della classe
e con un Groppo sbalordito ed infuriato per quella che lui riteneva una presa in giro…
Stesso stupore e malcelata insofferenza mostrò anche quando nel periodo di carnevale
gli regalammo un gioco per bambini, il "Piccolo Falegname" : a sua richiesta
gli spiegammo, un po' irriverenti, che gli sarebbe servito per "costruire il suo sistema
filosofico"!
Era comunque un docente di grande valore ed in effetti, qualche anno dopo,
diventerà professore ordinario di Psicologia all'Università Cattolica di Milano e coordinatore
nazionale di progetti di ricerca sulla Psicologia dell'età evolutiva.

Padre Cazzulo e l' "èssetai èmar"

Chi non si ricorda di P. Cazzulo, insegnante di Latino e Greco, assistente spirituale
dei boy scout, grande figura di Scolopio savonese?
Padre dotato di grande cultura classica e di umorismo, sempre pronto alla battuta con quel
suo sorriso disarmante e con i suoi incipit volutamente sgrammaticati
("Cosa dite ragazzi, cominciassimo?"). Restò famoso in terza liceo, nei momenti di irrequietezza
della scolaresca, il suo minaccioso "èssetai èmar" (verrà il giorno…)
alludendo agli imminenti e temuti esami di maturità in cui sarebbero finite le risate
e gli schiamazzi! Anche a lui, a carnevale, facemmo trovare un regalo: uno scimpanzé
di peluche per alludere alle profonde rughe del suo viso. Il Padre non si scompose e
con fare sornione ci chiese: "Perché mai questo strano regalo ad un vecchio come me?".
Presi in contropiede non sapemmo cosa rispondergli e tutto finì in un sorriso…
Caro Padre Cazzulo quanto ti abbiamo ancora nel cuore!

Che la nostra classe fosse un tantino troppo "vivace" lo dimostra poi questo
successivo episodio.

Padre Carisio (Andalù) ed i vogatori/bobbisti

Molti rammentano sicuramente il P. Carisio, all'epoca un giovane sacerdote con i capelli
neri ricciuti e di carnagione un po' scura. Per questo fu subito soprannominato
Andalù, che era il collaboratore nero di A. Lombardi nella trasmissione
televisiva "L'amico degli animali". Durante le sue lezioni di Religione,
ogni tanto si alzavano dal fondo dell'aula anonime grida: "Andalù, porta via l'orso!"
prendendo a riferimento quanto succedeva in TV. Ma questo è niente.
Una mattina tutti noi tirammo fuori dalla cartella una carota e, sotto gli occhi sbalorditi
del povero Padre, ci mettemmo a sgranocchiarla rumorosamente.
Il P. Carisio ci fece una sonora ramanzina e per quella volta tutto fini lì.
Alcune settimane dopo però successe il fattaccio. Ci accordammo tra noi in modo che una intera fila
di banchi mimasse la voga di una canoa con relativi incitamenti vocali mentre l'altra fila
imitava i movimenti dei conduttori di bob su ghiaccio inclinando i corpi alternativamente
a destra e sinistra. Così la classe all'unisono si esibì in una esilarante (per noi)
performance che mandò letteralmente fuori dai gangheri l'insegnante che corse
fuori dall'aula rosso in viso sbattendo la porta. Pochi istanti dopo, mentre noi ancora
stavamo sghignazzando, comparve il Preside, P. Lazzaroni con il volto adirato:
con il pomo di Adamo che si muoveva minacciosamente in alto e in basso ci fece una terribile
lavata di capo per aver così maltrattato un giovane Padre. E continuò da allora in persona
le lezioni di Religione fino alla fine dell'anno scolastico.
Anni dopo P. Carisio diventerà Padre provinciale della Provincia Ligure dei Padri Scolopi
ed autore di una apprezzata biografia del Padre Pietro Casani.

Un ricordo venato di tristezza: Padre Stefani

Giovane e vulcanico Scolopio, fresco laureato in Scienze naturali, uno dei rari Padri
cultori di discipline non letterarie: impulsivo esponente della sua origine emiliana,
fu per noi giovani grande ed ammirato esempio di vitalità ed entusiasmo.
Rammento ancora una sua intemerata ad un convittore (egli era il responsabile del convitto
di Monturbano) scansafatiche e poco diligente che lo faceva disperare per lo scarso
rendimento scolastico.
P. Stefani, proprio nell'estate della nostra maturità, nell'agosto del 1958 moriva
al Pian Saulera, sopra al Pian della Mussa dove sorge il Soggiorno Alpino dei Padri Scolopi,
durante una escursione con un gruppo di alunni alla ricerca di stelle alpine.
Il funerale avvenne alcuni giorni dopo nel Collegio di Savona tra il dolore ed il cordoglio
dei parenti, dei docenti e di tutti gli studenti dell'Istituto.
Padre Zanol, grande scalatore delle cime che coronano il Pian della Mussa, condusse poi
negli anni successivi i giovani ospiti del Soggiorno alla celebrazione di una Messa
di suffragio al Pian Saulera, proprio sotto quel precipite verde tappeto erboso che,
reso viscido dalla pioggia appena caduta, lo vide scivolare e volar giù verso le sottostanti
rocce con un balzo di una cinquantina di metri.
Padre Stefani, col suo temperamento e la sua estrosità, sarebbe sicuramente diventato
un esponente di punta dell'Ordine Calasanziano.


Concludo questi ricordi liceali nominando altri due docenti dell'epoca, di cui si
potrebbero citare numerosi e gustosi aneddoti, il prof. Gay (Matematica e Fisica)
ed il prof. Mac Donald (Educazione fisica) ed elencando i componenti di quel drappello
impertinente di liceali che condivisero quelle ore di spensierata giovinezza:
Albini, Astengo, Bondavalli, Buraggi, Corte, De Salvo, D'Harcourt, Faccio, Filippone, Ghersi,
Guiddi, Marino, Mosso, Negri, Orsi, Renditore, Rosasco, Rusticoni, Sanguineti, Scotto,
Tabò, Vacca, Vaccari,Vallarino, Venturino,
tralasciando forse qualcuno subentrato soltanto
nell'ultimo anno di liceo e di cui non rammento più il cognome.
Alcuni di loro purtroppo non sono più con noi ma li ricordiamo con commozione tutti gli anni
in cui, a fine maggio, ci si rivede per riprendere quel filo che ci lega per sempre:
essere stati allievi dei Padri Scolopi.


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